Premiazione Nicola Paolini

Domenica 21 febbraio, prima della partita tra Tamai e la “Nobile Decaduta” Venezia, il Presidente Tomaso Elia Verardo ha premiato, davanti ad un numeroso pubblico, Nicola Paolini per le sue 150 presenze con la maglia rossa-bianca.

Nicola, che prima di accasarsi nel Tamai ha militato in Piazze importanti come Thiene e Portogruaro, è da sei anni portacolori delle Furie Rosse. Giocatore importante e decisivo in campo, carismatico e motivatore con i compagni, da alcuni anni porta al braccio la fascia di capitano raccogliendo così l’eredità di Davide Giordano, Luca Cleva e Marco De Marchi, tre ex furie che hanno contribuito a portare questa squadra a militare nel massimo campionato dilettanti

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1) Nicola Paolini, capitano del Tamai, da 6 anni portacolori dell Furie Rosse: parlaci della tua carriera calcistica.

Partendo da lontano, nel settore giovanile ho giocato nella Sangiorgina di San Giorgio di Nogaro. Poi a 17 anni, tramite il Venezia, sono andato a Sevegliano in serie D (all’epoca erano le due squadre del Patron Zamparini). Qui ho iniziato a “giocare con i grandi”, e grande era anche l’allenatore di quella squadra: Attilio Tesser. Ho continuato a Sevegliano in serie D, con la parentesi di un anno alla Sanvitese, fino ad arrivare in serie C2 con il Thiene a Vicenza nel 2000. L’anno successivo ho giocato a Portogruaro e quello dopo a Crevalcore, nella bella Emilia in provincia di Bologna. Nel novembre del 2003, poi, sono stato contattato del D.S. Nadin del Tamai del mister Tomei. Avevo voglia di avvicinarmi a casa, anche per completare gli studi universitari a Trieste. E da quel giorno, a parte l’anno 2005/06 in cui ho giocato a Gradisca con l’Itala S.M., sono sempre rimasto con le Furie.

2) Qual è stata la tua prima impressione quando sei arrivato a Tamai?

Di un ambiente serio e “pulito”, ma anche ambizioso. A Tamai ho trovato persone vere, che non giudicano solo il giocatore, ma anche l’uomo. L’aspetto umano qui è importante, non viene trascurato, e questa è una delle migliori basi per ottenere poi buoni risultati sportivi. Diciamo, anche, che a Tamai devi pensare solo a giocare, la società cerca di accontentare tutti, le promesse vengono mantenute e, quindi, non ci possono essere scuse o lamentele.

3) Qual è la partita che ricordi in modo particolare?

Bé di partite belle da ricordare ce ne sono state tante per fortuna. Ne dico 3, anzi 4!

La prima coincide con la mia prima partita con il Tamai nel novembre 2003 a Sacile. Subito il derby. Andammo sotto 1 a 0 causa uno sfortunato autogol del nostro attuale mister Birtig, poi conquistai il rigore del pareggio, realizzato da Arcaba, ed alla fine vincemmo 4 a 1. Un buon inizio! La seconda, la domenica successiva, è quella contro la Sambonifacese. Vincemmo 2 a 1 con il mio gol decisivo di testa, su splendido assist del funambolo Cesarin, al novantesimo. Ed in porta nella Sambo c’era Matteo Tomei, il figlio del nostro Mister Ermanno: un bello scherzetto. La terza è sicuramente il derby vinto a Sacile 3 a 2 nello scorso campionato. Dico questa perché sotto per 2 a 1 nel primo tempo, nel secondo abbiamo splendidamente rimontato la Sacilese, che ha poi meritatamente vinto il campionato, giocando un gran calcio. Eravamo all’inizio del campionato, era appena iniziato un nuovo ciclo, dopo quello positivo con Tomei, con l’attuale allenatore Birtig. Non conoscevamo ancora il nostro valore, ma quella partita ci ha resi consapevoli della nostra forza, dandoci il là per poi disputare un bel torneo. Per ultima, come potrei non citare la partita del giugno 2004 a Coverciano contro la Nazionale Italiana di Trapattoni! Un’esperienza bellissima e vissuta grazie alla vincita del premio fair play (coppa disciplina) tra tutte le squadre di serie D in Italia.

4) Hai qualche rammarico per non esserci stato l’anno in cui il Tamai ha raggiunto il secondo posto in classifica?

Questa sarà una risposta che interessa al nostro dirigente (e anche team manager) Paolo Pegolo, che mi punzecchia sempre sull’argomento. Rammarico per quel secondo posto non vissuto con il Tamai un po’ c’è, peggio sarebbe se avesse vinto il campionato, però! Comunque quella di andare a giocare a Gradisca quell’anno è stata una scelta ponderata, utile anche per avvicinarmi a Trieste e seguire gli ultimi corsi necessari per laurearmi. Alla fine è andata bene così.

5) Parlaci della stagione in corso: una valutazione del girone d’andata e le aspettative per quello di ritorno.

Sicuramente stiamo facendo un grande campionato. Siamo nelle prime quattro posizioni praticamente dalla prima partita vinta con la Sanvitese. Ora abbiamo avuto una piccola flessione, ma ritengo sia normale. Le aspettative sono certamente quelle di giocarci i play off. È un obiettivo dichiarato ormai, e lotteremo per raggiungerlo.

6) Vista la tua più non giovanissima età, quali sono i tuoi obiettivi e le prospettive per il futuro?

Ma io sono ancora giovane invece! Per ora mi sento bene, ho ancora tanta voglia di correre e di allenarmi. Mi piace ancora tanto vivere lo spogliatoio e mettermi al servizio della squadra e dei più giovani, sia come esempio e sia consigliandoli per aiutarli a migliorare. Gli obiettivi, pertanto, sono quelli di continuare a giocare a questi livelli; e magari, perché no, ancora nelle Furie Rosse!

 

 

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