Articoli tratti da IL GAZZETTINO del 15 marzo ’10
Pordenone -Tamai 2 – 2
GOL: pt 23’ Zanetti; st 5’ Zambon, 9’ Battiston, 24’ Sessolo (rig.).
PORDENONE: Posocco s.v., Cester 6, Elitro 6.5, Tardivo 6.5, Campaner 5, Battiston 6.5, Strizzolo 7.5, Casella 6.5, Rossi s.v. (pt 22’ Pozzer 6), Sessolo 6 (st 25’ Garbini s.v.), Criaco 6.5 (st 37’ De Pin s.v.). All. Bosi.
TAMAI: Esposito 6, Giacomini 6, Zuliani 5.5, Spetic 6.5 (st 7’ Salgher 5.5), Visalli 6, Zanette 5.5, Paolini 5.5, Nonis 6.5, Zanetti 6, Zambon 6 (st 40’ Quell’Erba s.v.), Giglio 5 (st 20’ Costa s.v.). All Birtig.
ARBITRO: Marini di Roma 6.5.
NOTE: espulsi Posocco (21’) per fallo da ultimo uomo e Campaner (39’) per intervento falloso.
Elogio del Ramarro, deplorazione delle Furie biancorosse, rinsavimento sui provvedimenti arbitrali. Estrema sintesi per raccontare che il Tamai era avanti di due gol e con due uomini in più. Si è fatto raggiungere dal Pordenone in versione “monstrum”. E che l’arbitro si è sentito tanti improperi, quanto risulta aver ragione, ripassando le immagini. Il derby parte frastagliato e sgraziato, mettendosi male per la squadra di Bosi. Posocco viene espulso (21’) per fallo da ultimo uomo su Zanetti in area. La palla toccata dall’attaccante scavalca il portiere, sfila sul fondo, intanto la mano sinistra del pordenonese tocca la spalla sinistra dell’ospite che ruota su se stesso. Per l’arbitro c’è cartellino rosso e rigore, che Zanetti trasforma.
Col Tamai avanti scaturisce la seconda espulsione. Un neroverde è a terra in mezzo al campo, Zanetti continua a giocare finché poi la palla non viene buttata fuori. Campaner mette una mano in faccia all’attaccante, gioco fermo e palla lontana. L’assistente richiama l’attenzione dell’arbitro e il capitano se ne deve andare. Sotto di due uomini, il Pordenone piglia il secondo gol in apertura di ripresa. 5’, Zambon va via a Cester, converge da sinistra e rasoterra raddoppia sul palo più lontano. Il Pordenone non si disunisce, serra le fila e aumentano le verticalizzazioni. Il colpo di testa di Battiston al 9’ accorcia le distanze, dopo corner battuto da Casella. E’ invece il Tamai a disunirsi, farsi vezzoso e inconcludente. L’uscita di Spetic costa. Il Pordenone potrebbe pareggiare già al 21’, ma non è convalidata la segnatura di Sessolo per fuorigioco. Il tiro in porta di Strizzolo è toccato dal compagno in posizione irregolare, anche se l’assistente stava convalidando dirigendosi verso centro campo. Il 2-2 definitivo arriva per fallo su Strizzolo in area ad opera di Zanette, non irresistibile, ma l’attaccante non resiste a cedere di schianto. Rigore, Sessolo firma. Ancora un’opportunità per il Tamai con Zanetti (35’), ma restano il 2-2, le polemiche ed un derby fra i meno lodevoli.
PORDENONE – «Alla fine ho pensato che potevo anche perderla, questa partita». Così parla Gian Luca Birtig. «Non pensavo ci sarebbe stato un contraccolpo nel togliere Spetic in 11 contro 9, invece il Pordenone ha pareggiato. Non si può fare così – commenta l’allenatore del Tamai – analizzeremo per bene le situazioni. Ho visto molti uomini non bene come condizione fisica. Comunque complimenti al Pordenone». Birtig non si rifugia nella diplomazia e sottolinea: «Se non hai rabbia dentro e non dai il cento per cento si fanno di queste figure inqualificabili. Mea culpa su chi ho fatto giocare e sui limiti mostrati dai giocatori». Commento sul rigore per voi e sull’espulsione di Posocco? «La palla andava fuori, ma il portiere ha fatto fallo sull’attaccante». Altre considerazioni da Mauro Lovisa. «Non avevo ancora visto tutto nel calcio – dice il presidente neroverde -. Comunque è una vittoria tattica. Il mister ha saputo far fruttare il 9 contro 11 per un’ora contro una squadra fisica come Tamai». Cosa ha pensato sullo 0-2? «Che finisse in goleada. Si sono visti episodi con decisioni eccessive, come le due espulsioni. Con questo spirito, credo che andremo a Voghera a fare risultato». Incassati indirettamente i complimenti del presidente, Giovanni Bosi evidenzia «grande soddisfazione, smentendo chi dice che il Pordenone ha poco carattere».
Sugli episodi? «Nel primo non ho capito che genere di fallo ci sia stato. Sull’espulsione di Campaner non c’è stato niente che meritasse una tale decisione».
CHI PIÙ
STRIZZOLO – Il più giovane è il simbolo del grande cuore neroverde. Profusione di energia, lucidità sino al termine, esperienza da “vecchio” anche nel “lasciarsi andare” per il rigore del 2-2.
SPETIC – Quando esce se ne accorge il Tamai, che prende gol e non riesce a tenere il gioco.
CHI MENO
TAMAI – Bocciatura collettiva. Mostra i lati peggiori. Avanti di due gol e due uomini, niente più gioco e niente più altro. Per fortuna c’è stato il primo tempo.
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