Il Tamai celebra 10 anni consecutivi in serie D con una grande festa
Per una sera si sono riuniti i Mister e i giocatori che hanno fatto grande la squadra friulana. In concomitanza con un campionato da corniciare, il Tamai ha celebrato alla grande i dieci anni di permanenza consecutivi in serie D,con una bella festa tenutesi allo stadio il 13 maggio. Per l’occasione, l’infaticabile Gianpaolo Pegolo ha contattato e riunito i protagonisti di questo grande risultato. Il modo migliore per esprimere l’atmosfera di quella sera, e dare la parola ad alcuni di loro.
ELIA TOMASO VERARDO
Allora Presidente, doppia soddisfazione quest’anno, per un gran traguardo.
Sì, quest’anno siamo molto soddisfatti. Quando a inizio campionato cambi tanti giocatori e rivoluzioni la squadra, è sempre un’incognita, pur coscienti che avevamo scelto giocatori bravi e preparati. Doppia soddisfazione perché da un lato non è cosa da poco arrivare primi in regione, e terzi in classifica dopo due squadroni come Treviso e Unione Venezia, e dall’altro coroniamo i dieci anni di serie D, ed era giusto festeggiarlo con questi splendidi ragazzi, che hanno fatto la storia della società e del paese.
C’è un aspetto comune di questi dieci anni, al di là dei risultati che possono cambiare in ogni campionato?
Io penso che intanto ci voglia una società con degli obiettivi ben precisi, conscia del proprio potenziale e dei propri limiti, una società ben coesa e ben amalgamata. Dopo di che è stato bravo il direttore sportivo, insieme agli allenatori, a portare a casa dei ragazzi, che ogni anno dimostrano di essere giocatori adatti alla categoria. Perciò direi che perché le cose funzionino, deve funzionare la società, gli allenatori devono operare in base agli obiettivi della società, e i giocatori devono impegnarsi e remare tutti verso la stessa direzione.
Il Tamai, visto da fuori, dà l’impressione di essere prima di tutto un gruppo, al di là dei giocatori che possono cambiare ogni anno.
E’ proprio questo il punto: siamo gruppo come dirigenza e questo spirito lo trasmettiamo alla squadra.
GRAZIANO MORANDIN
Lei è stato il mister del Tamai in serie D. Cosa mi dice della sua esperienza qui?
Per quanto riguarda l’aspetto calcistico, questa esperienza per me è stata fondamentale. Questa squadra è cresciuta negli anni, e io sono cresciuto con lei. Qui l’ambiente è diverso rispetto agli altri posti. Qui si può fare calcio, si possono esprimere le proprie idee, senza che nessuno ti metta l’angoscia del risultato. E’ stata una situazione estremamente importante. Forse io sono capitato nel momento di transizione, di passaggio, da quello che era l’assetto societario in funzione di un ambito dilettantistico e paesano, a una realtà diversa, più impegnativa. Negli anni, attraverso l’esperienza maturata, c’è stata un’evoluzione, frutto della capacità dei giocatori, ma prima di tutto della società, di crescere, di capire il nuovo ambiente e di adeguarsi alle esigenze della categoria, pur mantenendo delle connotazioni paesane, come il ritrovarsi tutti insieme a fine gara. Questa società è riuscita a connubiare bene quello che è l’aspetto professionale e calcistico con quello che è lo stare bene insieme, in relazione non al risultato della partita in sé, quanto in relazione al piacere dello stare insieme, al vivere il calcio nella sua genuinità. Una situazione di questo genere, per qualsiasi persona, è il massimo che si possa avere. Io sono legatissimo a questa società, sono stato qui sei anni, e stata un’esperienza fantastica.
E direi che è rimasto in buoni rapporti, vista la presenza sua e degli altri protagonisti qui stasera!
E’ impossibile non restare in buoni rapporti con una società di questo genere.
ERMANNO TOMEI
Cosa mi può dire della sua esperienza a Tamai?
E’ stata un’esperienza a dir poco fantastica, con risultati prestigiosi e storici, come il 2° posto e il 1° in coppa disciplina a livello nazionale. Ma al di là dei risultati, mi resta un ricordo bellissimo anche delle persone, di queste persone che ancora oggi stanno portando avanti questa squadra ottenendo grandi risultati.
C’è una differenza con le altre squadre che ha allenato? C’è qualcosa che c’è qui e che non ha trovato da altre parti?
Una cosa è sicura: a Tamai l’allenatore viene messo su un piedistallo. L’allenatore è l’allenatore. Punto. Cosa che d’altre parti si vede, ma non in modo così netto e chiaro. Ognuno ha il suo ruolo, il Presidente, il direttore sportivo, l’allenatore. Questo permette di lavorare in modo tranquillo e sereno. E questa è una condizione fondamentale per poter lavorare bene. E i risultati ottenuti in questi dieci anni lo stanno a dimostrare.
Il Tamai dà l’idea di essere una grande squadra, calato in un piccolo paese, con tutti gli aspetti positivi che ne derivano. Lei cosa ne pensa?
Il Tamai negli anni ha sempre cercato di migliorare sotto questo aspetto, nel senso che è partito come una società dilettantistica, poi, una volta approdato in serie D, ha capito che andavano fatti alcuni passi importanti, legati alla squadra, alla società, all’ambiente. Non si può restare dilettanti, in un campionato in cui di dilettantistico non ha quasi più nulla. Quindi loro sono stati bravi ad adeguarsi a quelli che sono i paletti della serie D. L’hanno fatto piano piano, negli anni, e credo che ad oggi il Tamai sia una delle squadre migliori in assoluto della serie D.
GIANLUCA BIRTIG
Allora mister, complimenti per il terzo posto. Da quanti anni sei qui?
Da tre anni.
Questo è il miglior piazzamento?
Sì, nell’annata secondo me più difficile, perché è l’anno in cui abbiamo cambiato di più e ringiovanito tanto. Ho trovato ragazzi molto disponibili, e l’ambiente come sempre tranquillo, in cui sei libero di lavorare. A differenza degli altri anni, in cui siamo partiti bene, poi siamo calati, quest’anno siamo partiti più tranquilli, e siamo venuti fuori alla fine.
Tomei poco fa mi diceva che ciò che ha trovato qui, e che non ha trovato altrove, è stato il fatto che l’allenatore viene messo su un piedistallo, e tutti sanno che è solo l’allenatore a decidere la squadra che scende in campo e il modo in cui deve giocare. Anche tu hai questa impressione?
Sì, qui non c’è nessuna pressione, nessuna intromissione di sorta, non ti influenzano in nessuna scelta. Tutto quello che fai è perché ci credi e perché lo hai deciso. Ovvio che ad inizio campionato si parla con i dirigenti, e si scelgono i giocatori in base al budget a disposizione. E credimi, questo aspetto non è assolutamente scontato, perché tante squadre bleffano, e promettono per avere giocatori che magari sono forti, ma che in realtà non si possono permettere.
Quindi fate con le vostre forze, ma direi che i risultati sono eccellenti!
GIAMPAOLO PEGOLO
Allora, che dire di questa serata?
Beh, sono contento della festa, mi sembra sia riuscita bene.
E abbiamo anche giocato eh (si è giocato un triangolare tra le tre gestioni Morandin-Tomei-Birtig)?
Sì, quella è stata una parentesi…non era previsto che giocassi. Una gogliardata per far sorridere con relativi sfotò da parte dei giocatori.
Questo è lo spirito del Tamai: grande passione per il calcio, per il bel calcio, impegno e serietà costante, voglia di stare insieme e di condividere tutti i momenti, più o meno belli. Perché il calcio è questo, la vita è questa, vivere giorno per giorno, assaporando ogni minima emozione, insieme.
articolo di Luana Pizzinat
P.S.
Un doveroso ringraziamento a Luana per la sua partecipazione e collaborazione.
E’ stato fantastico rivedere tanti protagonisti delle nostre domeniche, ma soprattutto siamo rimasti colpiti dall’ entusiasmo dei partecipanti. Un ulteriore conferma del loro attaccamento alla maglia e alla società.
GRAZIE RAGAZZI!!!!!
Un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno lavorato per la riuscita della serata.
Galleria fotografica della giornata